Il dubbio
è un verme silenzioso, viola la corteccia della mente e scava fino all’osso, perché
è solo raggiungendo il cuore delle cose che si gusta il sapore migliore di
qualsiasi frutto.
Spesso la
mela più bella nasconde il verme più avido al suo interno.
Qualche volta
il verme non esiste ma il frutto è maturato troppo presto e da troppo tempo
attende nella fruttiera che qualcuno ne colga il sapore.
Poco importa
poi come realmente vadano le cose.
Perdersi è una sconfitta , perdersi non conosce
vincitori, ed anche se poi il futuro ci riserva opzioni migliori un piccolo
segno sulla corteccia ricorderà sempre il passaggio di ciò che è stato.
Penso che il perdersi sia molto più facile del trovarsi
e che il trovarsi sia un concetto sopravvalutato.
A cosa
serve trovarsi se poi non si è capaci di viversi?
A cosa
serve trovarsi se poi non si è capaci di scegliersi quando ci sarà da
scegliere?
Prima di
scegliere di perdersi bisognerebbe valutare bene ogni dettaglio del cammino
percorso “insieme”.
Non importa
quanto forte sia la tentazione di chiudere, irrilevante è la motivazione ( ci
si perde per paura, per orgoglio, qualche volta per momentanee passioni…) prima
di cedere bisognerebbe riavvolgere il nastro dei momenti e soffermarsi su ogni
sorriso, su ogni sguardo su ogni battito di cuore e infine chiedersi :
-
Lo voglio davvero?
-
Mi mancherà tutto questo?
Anche se
non si vince perdersi non sempre è un’ errore, l’errore non stà nel fallimento,
ma nella leggerezza che porta al suo compimento.
Ci sono
volte in cui un “noi “ fa più male di un “io”, ci sono volte in cui
bisognerebbe fermare tutto alla fase del “me” e “te”.
Sono convinta
che ogni rapporto sia fatto di piccole ferite e pronte guarigioni.
Per Shakespeare
l’amore era “ la malattia e la cura stessa”.
Ci si
ammala insieme e si guarisce insieme quando prima ancora di perdersi c’è la
voglia di ritrovarsi, ma se quella voglia manca( non importa se da ambo o da
una sola parte ) allora non esiste incontro, perché si ci è persi a priori.
Alcuni percorsi
fanno male, alcune volte anche se tu decidi di perdere qualcuno il cuore
rallenta comunque ed è lì che realizzi che il verme ha scavato bene, si è
nutrito della polpa, è arrivato fino all’osso e quel punto c’è ben poco da
salvare.
Tutto questo
per dire che alla fine per me non è vero che chi lascia soffre meno di chi
viene lasciato.
Chi lascia
qualche volta sceglie di perdere perché non riesce a reggere altri colpi. Perché
in fin dei conti qualche volta non vincere è la pena minore.
Non credo
al far male inconsapevole.
Può essere
la giustificazione di un episodio, ma non la costante discolpa per ogni ferita
inflitta.
C’è una
verità che ritengo sia universale :
CHI NON
CAPISCE IL MALE CHE TI FA, MENTE SULL’AMORE CHE TI DICHIARA.
Non può
esistere uno stare insieme senza empatia, non ci può essere un “io” in un noi e
non c’è un vero trovarsi se poi si finisce
con lo scegliere di perdersi.
Oggi mi
presento così con tutti i segni delle volte in cui ho permesso al verme di
scavare, perché infondo riconosco che se il verme è arrivato all’osso è perché qualcosa
è mancato nel mio prendermi cura del frutto.
Riconosco
le mie sconfitte e lascio scorrere pellicole di momenti che forse avrei dovuto
osservare meglio prima di arrivare ad una scelta.
Mi auguro
di saper scegliere nel mio futuro vi auguro di saper scegliere sempre quando è
il caso di perdersi e quando invece vale la pena incontrarsi davvero.
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